Libri e riviste

La teologia dipinta

Per tentare di "distillare una teologia dall'annuncio", vale a dire per elaborare una riflessione critica sul "dirsi di Dio", facendola però derivare coerentemente dallo stesso "intreccio della Parola della Vita con la parola del mondo", per dirla con le parole di Michel Henry, subito citato a p. 8: è finalizzato a questo obiettivo il libro Le vergini annunciate, di Massimo Naro, edito nella Collana "Sguardi" curata da Pier Luigi Cabri e Roberto Alessandrini per le Edizioni Dehoniane di Bologna. 

Le due Annunciate antonelliane, la prima del 1473, oggi esposta presso le Bayerische Staatsgemäldesammlungen di Monaco, e la seconda del 1476, attualmente custodita presso la Galleria Regionale di Palazzo Abatellis a Palermo (città capitale della Cultura per il 2018), costituiscono infatti il punto di partenza per elaborare spunti di riflessione teologica in dialogo con l'arte, intrecciando cultura e spiritualità. 

In particolar modo l'Annunciata di Palermo, secondo Naro, è colta da Antonello sul crinale tra fiducia e paura, per questo il teologo la definisce "timorosa e timorata". Compresenza che invoca un criterio di discernimento che per lo studioso è "in definitiva quello suggerito dalla stessa rivelazione: 'Una cosa ha detto Dio, due ne ho udite'". Felice intuizione che i teologi biblici amano legare al passaggio tra Parola esteriore e Parola interiore e che Naro, richiamando la riflessione di Romano Guardini sul termine Ehrfurcht, "composto da paura (Furcht) e onore (Ehre)", traduce con "rispetto", cioè come lo "spazio spirituale che ci distingue da lui senza distanziarcene", "lo spazio dell'adorazione vissuta non come pia pratica ma come esercizio teologico".

Il libro lascia giustamente intendere che "l'annuncio è un fatto più che un'idea", realtà che per il teologo sostiene una teologia dall'annuncio, ricavata dal "dirsi-darsi di Dio", che "proprio in quanto divinamente compiuto, esige d'essere ribadito e anzi incrementato".

"Perciò il già fatto non è altro che l'anticipazione di qualcosa che di nuovo dovrà compiersi e non semplicemente a mo' di ripetizione ma con un sovrappiù di senso e di efficacia". Ecco l'estendersi dell'annuncio in una teologia che ricava da esso i criteri epistemologici del pensare alla luce del Vangelo, del dialogare con tutti e del decifrare la Parola della Vita nella parola del mondo


Perché raccontare un viaggio? Per dare un senso a ciò che abbiamo visto, riviverlo a distanza, trovare ispirazione per nuove avventure. E soprattutto per il piacere di condividerlo con gli altri su riviste, giornali, blog o social network. 30 lezioni per imparare i segreti della narrativa di viaggio, dal reportage giornalistico al diario, dal blog al carnet de voyage. Tecniche, esercizi, suggerimenti pratici e trucchi del mestiere su tutte le forme di racconto inclusi foto, video e disegno. Un manuale firmato dai docenti della Scuola del Viaggio: Andrea Bocconi, Guido Bosticco, Vince Cammarata, Andrea Canepari, Stefano Faravelli e Claudio Visentin. 

Guido Bosticco
Laboratorio di scrittura

Guido Bosticco (1972) tiene corsi di scrittura creativa e sulle professioni dell'editoria all'Università di Pavia. Ha pubblicato "Riempire i vuoti. Un manuale (soggettivo) di scrittura e comunicazione" (2007); "La tromba a cilindri. La musica, io e Pasolini" (2008), "PPP. Il mondo non mi vuole più e non lo sa" (2012) e "Per altre vie. Incursioni nella filosofia della musica" (2015).
Giornalista professionista, è socio fondatore di Epoché, un'agenzia che si occupa di comunicazione istituzionale e politica e progettazione culturale.
Viaggia, scrive e suona come e quando può.


Field Theory in Child and Adolescent Psychoanalysis

Understanding and Reacting to Unexpected Developments

Field Theory in Child and Adolescent Psychoanalysis looks at the intersection of two types of psychoanalysis that challenge the classic model; child analysis, and field theory.

Children impose a faster pace on the analysis and a much less stable structure than adults, whilst psychoanalytic field theory looks at the patient-analyst relationship in a much wider context than is typical. By combining these two approaches, this book advocates the use of a set of tools and techniques that allow the psychoanalyst to understand and react much faster than normal, and to be better prepared for unexpected developments. This book shows the reader how to navigate smoothly and steadily through passages of tense analytical situations, which might otherwise feel like being trapped in a maze with no obvious way out. 

Bion's writings allowed the improvement of new techniques or instruments for exploring the psychoanalytical process. Discussion about technique is a hugely important and necessary step for improving the evidence base of psychoanalytic psychotherapy. This book also seeks to improve the research in therapeutic effectiveness and unexpected relations between body and mind, emotions and dreams. By doing so, Elena Molinari contributes to expanding the perspectives that child and adolescent psychoanalysts have had in exploring primitive functioning of the mind. 

With specific emphasis on working with difficult situations and patients, Field Theory in Child and Adolescent Psychoanalysis is a highly practical book that will appeal greatly to child psychoanalysts and psychoanalytic psychotherapists, as well as psychologists, paediatricians and advanced students studying across these fields.


Dialogo sulla fede

Un colloquio atteso da cinquecento anni

Martin Lutero , Papa Francesco (Jorge Mario Bergoglio)

a cura di Luca Crippa

Dialogo sulla fede nasce da un incontro storico preciso: la visita (31 ottobre 2016) di papa Francesco a Lund, in Svezia, per la celebrazione ecumenica in vista del V centenario della Riforma luterana. La visita riannoda i fili di un dialogo lungamente spezzato e che il lavoro dell'ecumenismo ha cercato di ricucire nell'ultimo secolo.

La voce di Lutero e quella del papa si alternano e si confrontano sui temi chiave del cristianesimo: la fede, la speranza, la carità, la Chiesa, lo Spirito Santo, il Padre Nostro...

Una parola del Riformatore, tratta dalle sue molte opere, è accostata a una del Papa, così da offrire al lettore la possibilità di avvicinarsi a uno dei momenti decisivi della storia cristiana. Un libro per scoprire qualcosa di più del pensiero e della spiritualità di Lutero e per capire quali sono gli spazi del dialogo ecumenico tra cattolici e protestanti.

Prefazione di mons. Franco Buzzi, Prefetto dell'Ambrosiana


Le storie dei ragazzi che l'autore incontra al Beccaria, il famoso carcere minorile di Milano, o che ospita nella sua comunità per minori in difficoltà, s'intrecciano con la sua storia di uomo e di prete, in un legame che rende sempre più fecondo il cammino, un itinerario pedagogico fatto di sfide e di rischi, ma altrettanto aperto a sorprendenti possibilità di cambiamento. 

Questi ragazzi, che per la mentalità comune sono solo dei delinquenti, per lui sono ragazzi e basta, da amare, accogliere e sostenere nella ricerca della propria identità e umanità.

Tante sono le storie difficili e drammatiche riportate, e numerose le testimonianze degli stessi ragazzi, che coinvolgono e interrogano con la loro carica di provocazione e di dolore ad aprire gli orizzonti della nostra società e della nostra vita.

Questo libro nasce dall'esigenza di raccontare, attraverso la narrazione autobiografica, la straordinaria avventura dell'educare che appartiene a ciascuno, e l'impegno e la responsabilità nel consegnare alle nuove generazioni il faticoso ed appassionante mestiere di vivere.

Sono angeli sul mio cammino. Sono cuori violenti spesso per disperazione. Più vado avanti, più mi convinco di una cosa: non esistono ragazzi cattivi.

(Claudio Burgio)


Nel 1982, Michel Foucault dedica il suo corso al Collège de France alla "cura di sé". Questa nozione, più del famoso "conosci te stesso", è nella cultura greca e latina il perno intorno a cui vengono organizzate le pratiche della filosofia, ossia quell'insieme di tecniche, esercizi e addestramenti che erano ritenuti necessari alla formazione dell'uomo maturo. In senso stretto per Foucault si tratta di passare in rassegna le grandi scuole filosofiche dell'antichità, mettendo in luce l'importanza che il pensiero greco prima, e latino poi, assegnavano al 

principio di "avere cura di se stessi", di occuparsi attivamente della propria crescita spirituale e di "allenarsi" ad affrontare gli eventi futuri senza lasciarsi intimorire e senza lasciarsi trascinare dalle emozioni che tali eventi avrebbero potuto suscitare. 

Dunque si trattava di un vero e proprio addestramento volto al raggiungimento della piena padronanza di sé, all'autoformazione dell'uomo libero. Ma l'intento di Foucault non è circoscritto alla ricostruzione storico filosofica di questa pedagogia dell'anima. Ciò che gli preme mettere in luce è la precarietà dei modi attraverso cui avviene, all'opposto, la formazione dell'uomo moderno. Rileggere Platone, Seneca, Epitteto, Marco Aurelio, permette a Foucault di interrogarsi sui rapporti fra relazioni di potere, stati di dominio e assoggettamento delle coscienze nell'età moderna. 

Michel Foucault (1926-1984) è stato filosofo, archeologo dei saperi, saggista letterario. Autore di opere di importanza fondamentale per il pensiero contemporaneo, ha insegnato al Collège de France dal 1971 all'anno della morte.


La drammaturga israeliana Anat Gov (1953-2012) dà voce a due personaggi: Ella, psicologa e madre single; un anziano paziente che dice d'essere Dio. Lettura lieve ma non sciocca su fede e scetticismo.

(g.s.) - Sin dalle pagine della Bibbia, l'ebreo è abituato a interloquire con Dio anche in modo polemico, talvolta quasi sfrontato, per far valere gli argomenti dell'umano al cospetto del Divino. Non può stupire, dunque, che drammaturghi israeliani come Anat Gov (nata nel 1953 e stroncata da un cancro nel 2012) concepiscano un lavoro come questo Oh mio Dio! che l'editore Giuntina ora propone anche ai lettori di lingua italiana.

Il testo è in forma di sceneggiatura. Tre i personaggi: Ella, psicologa e madre single; il figlio adolescente Lior, affetto da autismo; un anziano paziente che si presenta ad Ella per un consulto urgente e che le confessa di essere Dio. Lui ha bisogno di sfogarsi con qualcuno e ha scelto come interlocutore proprio questa psicologa atea. Ben presto il dialogo si fa incalzante e Dio scuote le sicurezze di Ella, ricordandole che di fatto lei gli si rivolge ogni sera da decenni, per un motivo o per l'altro, recriminando per questo o quell'aspetto della giornata.

Il dialogo tra i due personaggi prosegue in modo arguto e ironico. Spesso sembra sfiorare il blasfemo, ma il rimando, anche esplicito, del testo è a Giobbe. L'uomo «integro e retto» che nella Bibbia sfida le convenzioni religiose ed osa intentare un suo personale processo a Dio, responsabile delle sventure non meno che delle benedizioni che hanno reso prospera e tragica la sua esistenza.


Il bordo del mistero

Aver fede nel tempo dell'incertezza

Il valore del corpo e le sfide della globalizzazione; la bellezza della musica e il ruolo della speranza nella crisi economica; la scelta per la consacrazione religiosa come «sfida» allo storytelling della cultura contemporanea e ledomande inquiete dei giovani d'oggi.

Nel suo nuovo libro Il bordo del mistero. Aver fede nel tempo dell'incertezza(Editrice missionaria italiana, pp. 144, euro 14), il teologo inglese Timothy Radcliffe, docente a Oxford, spazia su questi temi «caldi» con la lucida visione che lo ha reso uno degli autori di spiritualità cristiana più letti al mondo.

In questo testo, realizzato in esclusiva insieme a Editrice missionaria, Radcliffe affronta varie tematiche con il suo stile brillante, ricco di citazioni e rimandi: si va da Marilyn Robinson, l'autrice di Gilead, al suo connazionale Gilbert Chesterton, dal film Uomini di Dio al pensiero del teologo Marie-Dominique Chenu, dallo scrittore Primo Levi alla sapienza di san Domenico, il fondatore dell'Ordine religioso cui Radcliffe appartiene.

Il bordo del mistero si presenta come una sorta di piccola mappa del mondo di oggi visto con gli occhi della fede, in particolare su alcune delle questioni più dibattute della società e delle religioni: la crisi economica, il terrorismo, il declino della pratica religiosa, le difficoltà della Chiesa, il pericolo-fondamentalismo, il rapporto tra la comunità cristiana e gli omosessuali.

A tutto questo Radcliffe guarda con sguardo non ingenuo ma illuminato dalla sapienza del Vangelo di Gesù: «I politici pensano solo alle prossime elezioni; le aziende, al prossimo bilancio; i giornalisti, alla prossima scadenza. Le religioni ci riportano ai grandi interrogativi: che cosa significa essere umani? Qual è il nostro destino? C'è qualcosa, piuttosto che il nulla? Abbiamo di che gioire? Possiamo sperare?».

L'AUTORE

Timothy Radcliffe,teologo e biblista, già maestro generale dell'Ordine domenicano, dirige il Las Casas Institute alla Blackfriars Hall di Oxford. È consultore del Pontificio consiglio della giustizia e della pace. Tiene conferenze e corsi in ogni parte del mondo. Emi ha pubblicato il suo La via della debolezza. Con Gesù sul cammino della salvezza. Tra i suoi ultimi libri, sono usciti in Italia Parole di oggi e Prendi il largo (Queriniana).

Pagine scelte da Il bordo del mistero

Da dove nasce il fondamentalismo (p. 17)

«Vorrei suggerire che il fondamentalismo è una caratteristica della modernità. C'è il fondamentalismo scientifico, piuttosto ingenuo, degli atei ottocenteschi alla Richard Dawkins; c'è il fondamentalismo del mercato, il quale sostiene che se ci affidiamo alla mano invisibile del mercato, allora tutto andrà bene. Siamo afflitti da diversi modi di pensare riduzionistici, che offrono chiavi semplicistiche per comprendere la realtà. Lacomplessità della coscienza umana e ridotta all'attivazione delle sinapsi. Il fondamentalismo religioso è tipico di questo moderno riduzionismo».

Gli stranieri, «diversi» da noi? (p. 48)

«Duecento anni fa le onde portarono sulla costa dell'Inghilterra la carcassa di una scimmia. I contadini inglesi pensarono che fosse un francese. Non riuscivano a immaginare che uno straniero potesse apparire come loro, con lo stesso tipo di volto. Quando il telegiornale trasmette immagini di persone con la pancia gonfia che muoiono di fame in Darfur, li vediamo come nostri simili? Forse no, perche pochi di noi hanno davvero conosciuto la fame».

La Chiesa e i gay (p. 102)

«La prima sfida per la Chiesa è quella di vedere i volti che i giovani ci presentano, di accettarli e di sorridere loro. Le persone si propongono con identità multiple: eterosessuali o gay, verdi o dark, che amano o che cercano. Le persone devono sapere che sono viste e riconosciute cosi come si presentano. Poi possiamo invitarle a scoprire in sé un'identità più profonda».


I narcos 

mi vogliono morto

«Plata o plomo»: soldi o una pallottola. Ogni anno in Messico transitano mezzo milione di migranti indocumentados che dal Centroamerica in preda alla violenza tentano di raggiungere gli Stati Uniti in cerca di un futuro migliore. Sulla loro strada trovano la ferocia dei narcos, banditi che - oltre a far soldi con la droga - si arricchiscono sulla pelle dei migranti grazie a rapimenti, traffici di organi, schiavismo e prostituzione. Alejandro Solalinde non è rimasto a guardare. Dopo una vita da prete «normale», ha iniziato ad aprire le porte del cuore e di casa agli stranieri che cercavano un rifugio, un pezzo di pane, una parola di conforto. Non ha taciuto, padre Alejandro: ha denunciato i soprusi dei trafficanti, le connivenze della politica, la corruzione della polizia. I narcos gliel'hanno giurata: sulla sua testa pende una taglia di 1 milione di dollari. Di qui le minacce, i tentati omicidi, una scorta di 4 uomini per difendere un uomo che difende gli indifesi.
La vicenda di padre Alejandro - per la prima volta qui raccontata da Lucia Capuzzi - si intreccia con i 20 mila migranti rapiti ogni anno in Messico, uomini, donne e bambini che spariscono nel nulla. E con i 20 mila indocumentados accolti da questo prete tenace. Persone alle quali Solalinde dedica la vita in nome di quel Dio schieratosi dalla parte degli ultimi.

«I sequestri. Cominciarono senza che ce ne accorgessimo. Gruppi di migranti sparivano. Mi misi ad indagare. I conti non tornavano. Era evidente che molti si perdevano per strada. Dove finivano? Con molta pazienza riuscimmo a ricostruire la macchina dei sequestri. Ero un prete: mi occupavo di teologia e psicologia. Capii che mi stavo per infilare in un enorme guaio. Eppure non potevo né volevo evitarlo. Non c'era tempo per pensare a me. C'erano delle persone indifese in pericolo, in tremendo pericolo. Sapevo che dovevo fare qualcosa» Alejandro Solalinde


Science and the Indian Tradition: When Einstein Met Tagore

This new text is a detailed study of an important process in modern Indian history. During the late nineteenth and early twentieth century, India experienced an intellectual renaissance, which owed as much to the influx of new ideas from the West as to traditional religious and cultural insights.

Gosling examines the effects of the introduction of Western science into India, and the relationship between Indian traditions of thought and secular Western scientific doctrine. He charts the early development of science in India, its role in the secularization of Indian society, and the subsequent reassertion, adaptation and rejection of traditional modes of thought. The beliefs of key Indian scientists, including Jagadish Chandra Bose, P.C. Roy and S.N. Bose are explored and the book goes on to reflect upon how individual scientists could still accept particular religious beliefs such as reincarnation, cosmology, miracles and prayer.

Science and the Indian Tradition gives an in-depth assessment of results of the introduction of Western science into India, and will be of interest to scholars of Indian history and those interested in the interaction between Western and Indian traditions of intellectual thought.

David L. Gosling, Science and the Indian Tradition: When Einstein Met Tagore. India in the Modern World , Taylor & Francis, 2007 

Dr David L. Gosling is the principal of Edwardes College, Peshawar University, Pakistan, and also teaches ecology in the University of Cambridge, where he was the first Spalding Fellow at Clare Hall. He has been the Director of Church and Society of the World Council of Churches, and is the author of Religion and Ecology in India and Southeast Asia.


Nel 1939, dopo l'invasione tedesca della Polonia, le SS propongono al giovane austro-polacco Wilhelm Brasse di giurare fedeltà a Hitler e di arruolarsi nella Wehrmacht. Il giovane rifiuta: si sente polacco e non vuole tradire la sua patria. Un anno dopo Wilhelm viene internato ad Auschwitz, con il numero di matricola 3444. I suoi compagni vengono inviati molto presto alla morte; lui invece si salva perché è un abile fotografo. Nei cinque anni successivi vive nel campo e documenta, suo malgrado, l'orrore. Fotografa migliaia di prigionieri, di esecuzioni, e i terrificanti esperimenti su cavie umane del dottor Josef Mengele. Oltre cinquantamila scatti, che rappresentano una imprescindibile documentazione di quell'abominio. A poco a poco, Brasse decide che lo scopo della sua vita non può essere solo quello di sopravvivere. Agirà. Farà di tutto perché attraverso di lui si conservi la memoria di Auschwitz. Nei mesi successivi, a rischio della vita e con molto ingegno, riesce a far pervenire alla resistenza una parte delle sue fotografie. Infine, al principio del 1945, quando il campo deve essere abbandonato, finge di obbedire all'ordine di distruggere stampe e negativi, riuscendo invece a trarli in salvo. Perché il mondo deve sapere. Sono le immagini di Auschwitz che noi tutti conosciamo. Ricostruita sulla base di resoconti e documenti, una eccezionale testimonianza per non dimenticare.

Titolo: Il fotografo di Auschwitz
Piemme voci
Autori: Luca Crippa, Maurizio Onnis
Editore: Piemme, 2013 


Un libro che nasce da una meditazione condivisa con e attraverso le lettere dal carcere di Tegel di Dietrich Bonhoeffer scritte in occasione del primo Natale passato in prigione. Il libro riporta i testi di quelle lettere e una meditazione dialogante con il grande teologo,a partire dalla quotidianità delle sue esperienze nei giorni dell'Avvento e del Natale. E il Natale in carcere somiglia terribilmente al Natale della Santa Famiglia, a immagine del sottile confine che nel mondo hanno il dolore e la speranza, la solitudine e la familiarità.
Il "dialogo" tra il tempo naturale (il Natale del 1943) e il tempo "personale" vissuto da Bonhoeffer (con la forte autoanalisi che lo porta a "tornare su di sé"), porta l'autore a condividere con il lettore due obiettivi importanti: da un lato ricordare (e riscoprire in qualche caso) la vicenda umana e di fede di Dietrich Bonhoeffer (un teologo che avrebbe bisogno di una grande riscoperta, come questo testo cerca di fare) e dall'alro sostenere una riflessione autenticamente spirituale nel tempo in cui ci prepariamo alla celebrazione dell'incarnazione del Figlio di Dio. Un libro che nasce da una meditazione condivisa con e attraverso le lettere dal carcere di Tegel di Dietrich Bonhoeffer scritte in occasione del primo Natale passato in prigione. Il libro riporta i testi di quelle lettere e una meditazione dialogante con il grande teologo,a partire dalla quotidianità delle sue esperienze nei giorni dell'Avvento e del Natale. E il Natale in carcere somiglia terribilmente al Natale della Santa Famiglia, a immagine del sottile confine che nel mondo hanno il dolore e la speranza, la solitudine e la familiarità.

Il "dialogo" tra il tempo naturale (il Natale del 1943) e il tempo "personale" vissuto da Bonhoeffer (con la forte autoanalisi che lo porta a "tornare su di sé"), porta l'autore a condividere con il lettore due obiettivi importanti: da un lato ricordare (e riscoprire in qualche caso) la vicenda umana e di fede di Dietrich Bonhoeffer (un teologo che avrebbe bisogno di una grande riscoperta, come questo testo cerca di fare) e dall'alro sostenere una riflessione autenticamente spirituale nel tempo in cui ci prepariamo alla celebrazione dell'incarnazione del Figlio di Dio.

Autore: Natale Benazzi

Categoria: Religione e spiritualità

Pubblicato: 06/12/2013

Editore: KKIEN Publ. Int.

Disponibile su iPhone, iPad, iPod touch e Mac.


Essere autistici è un po' come essere alieni: in testa si hanno le regole di un mondo, però si vive in un altro. Andrea Antonello ci spiega a modo suo cosa significa convivere con gli umani, spesso un po' ottusi perché si affidano solo alle parole per capirsi. Allora è lui che deve cercare un canale di comunicazione e, con il costante supporto della famiglia, Andrea ci sta riuscendo. In questo libro ci racconta il mondo dal suo punto di vista di ragazzo autistico: la difficoltà di accettarsi e difarsi accettare, le facili incomprensioni e quegli incredibili momenti di grazia in cui un alieno e un umano riescono a incontrarsi. 

Andrea Antonello, 1993, vive a Castelfranco Veneto. Scrittore e pittore giramondo, è diventato il simbolo dei ragazzi in lotta contro l'autismo. È il protagonista di Se ti abbraccio non aver paura(Marcos y Marcos 2012) e di Sono graditi visi sorridenti (Feltrinelli 2013). Con il padre ha creato la fondazione i Bambini delle Fate. 


Il terzo Cantico

Nessun tempio e nessuna circoncisione,

da soli, possono offrire salvezza.

La differenza, infine, la fa quel bambino.

La differenza è il bambino.

I tre cantici che aprono il vangelo di Luca, quello di Maria (il Magnificat), di Zaccaria (il Benedictus) e di Simeone (che nella liturgia viene recitato come salmo di compieta), sono qui analizzati da un punto di vista originale e coerente fra loro: sono gli unici momenti in cui nel nuovo testamento si "canta" e non è un caso che siano all'interno del vangelo dell'infanzia di Luca, come un crescendo verso la consapevolezza della trasformazione della presenza di Dio nella storia: il culmine dei tre canti è la dichiarazione di Simeone, che afferma la propria fede ormai libera da un dio "padrone" e capace di ritrovarsi e attendere la salvezza di fronte alla presenza di un dio bambino. La novità cristiana, anche rispetto al Primo Testamento, è qui adombrata.


È il 1593 quando Nicolò Mocenigo, giovane gesuita veneziano, approda avventurosamente alla corte di Hideyoshi Toyotomi. Per conto del superiore generale della Compagnia è incaricato di indagare la disponibilità del dittatore del Giappone a ritirare l'editto di proscrizione del cristianesimo nel paese del Sole Levante. Guidato dal Maestro del Tè, saggio monaco e cerimoniere, Nicolò diventerà in incognito consigliere personale del tiranno. Sarà chiamato a seguire il suo nuovo signore nell'invasione della Corea. Verrà coinvolto nella guerra intestina con le fazioni buddiste del nord. E scoprirà nella passione per una donna una forza superiore a qualsiasi vocazione. Violenza feroce e filosofia zen, samurai e geishe, sangue e sesso, si intrecciano in questo romanzo che fa rivivere le contraddizioni di un mondo affascinante e brutale. Un paese che trova un antidoto al caos della guerra nei gesti lenti e ordinati della cerimonia del tè. E cerca il senso profondo delle cose in un filo d'erba. 

È il 1600 e solo due anni sono passati da quando Hideyoshi, il tiranno che aveva unificato il Giappone nel sangue, ormai prossimo alla morte ha strappato ai cinque più potenti principi del Giappone il solenne impegno di proteggere il figlio di cinque anni, Hideyori. Per sottrarlo alla spada di Ieyasu, il traditore che mira a impadronirsi di tutto il Giappone, il bambino viene affidato all'uomo che il padre aveva condannato a morte, l'unico di cui poteva fidarsi: il gesuita veneziano Nicolò Mocenigo. Sarà lui, il samurai bianco giunto dal mare, che ha fondato insieme all'amata Susako una nuova comunità religiosa, a raccogliere la sfida di proteggere Hideyori e di farlo crescere come un vero principe samurai. Fino al giorno della resa dei conti. 


È la sera della cena di gala, il momento clou della crociera sulla nave dei sogni, un immenso castello moderno che solca le onde celebrando il dominio dell'uomo sull'acqua. I cinque ristoranti e i tredici bar sono tirati a lucido, il teatro, il cinema, il casinò attendono gli ospiti, i mille membri di varie nazionalità dell'equipaggio sono pronti a esaudire ogni desiderio. In comune con il Titanic però la Concordia ha solo lo sfarzo, perché la sua sicurezza è totale, affidata all'esperienza del comandante e alle macchine. È grazie alle macchine che la nave è viva. Senza di loro, quattromila persone andrebbero alla deriva.

All'improvviso, l'acqua tracima dalla piscina per poi rientrarvi, quasi un avvertimento dell'elemento che l'uomo si illude di imbrigliare. Gli armadi si spalancano, i tavoli vacillano, gli ascensori impazziscono. Quando anche le luci si spengono e della nave rimane la sagoma cupa sullo sfondo più buio del cielo, dall'Isola del Giglio qualcuno coglie la tragedia, mentre a bordo comincia la notte più lunga. La notte del panico, delle speranze spezzate, delle vite intrecciate, dei codardi e degli eroi. Eroi come Russel Rebello, cameriere indiano, tanto fiero del suo lavoro che il suo bambino nella lontana India ha disegnato la nave chiamandola Russel II. Russel sa qual è il suo dovere: salvare i "suoi" ospiti.

Attraverso i suoi occhi rivivono i divertimenti, gli svaghi e le storie di alcuni dei passeggeri imbarcati senza sapere che quel viaggio sarebbe stato il bivio della loro esistenza: la Bambina, i Fidanzati Francesi, i Ragazzi Americani, la Ballerina. Ed è sempre Russel a ricostruire in una sequenza mozzafiato le convulse ore dopo lo schianto. Perché lui è rimasto fino all'ultimo respiro della nave, è lui il vero capitano. Ed è solo lui, l'ultimo ad aver abbandonato la Concordia, che può narrarne finalmente l'epopea.


L'immigrazione spiegata ai bambini

Il sole splendeva alto, il mare sembrava tranquillo, e una gatta, un cane, una capretta,e un falco si erano messi in viaggio su una vecchia barca. Insieme ai loro padroncini, fuggivano da uomini crudeli che avevano distrutto i loro paesi, nella speranza di trovare una vita migliore al di là del mare...

Quel giorno sul mare c'era una di quelle piccole barche. 

E su quella barca, in mezzo a un mucchio di gente, si trovavano quattro animali che non si erano mai trovati insieme...

figurarsi sul mare!


Nasce un nuovo blog: Il Regno delle donne.

In collaborazione con il Coordinamento teologhe italiane, la rivista apre un ulteriore spazio di confronto sui temi della differenza e del genere e su un più generale punto di vista femminile. Per comprendere temi allo stesso tempo rimossi e inflazionati; perché la forma della fede non è né neutra né di parte; perché la riforma della Chiesa necessita di una visione nuova dell'essere uomini e donne oggi.


Mosaico di Pace ...
è la rivista mensile promossa dalla sezione italiana di Pax Christi - movimento cattolico internazionale per la pace. Pace, ambiente, nonviolenza, disarmo, dialogo interreligioso per la pace, economia di giustizia... sono alcuni dei temi su cui mensilmente interroga e provoca.
Occasione costante di confronto e crescita. Strumento di lavoro per comporre, dal di dentro, il mosaico dell'impegno e dell'alternativa nonviolenta, attraverso rubriche e un dossier mensile monografico.
Ogni mese le pagine di Mosaico di pace danno la parola a testimoni ed esperti. Sono voci che parlano lingue e culture differenti, ma che sognano e propongono la stessa speranza.
Ogni mese istantanee diverse dai sud della terra. In Asia, America Latina e Africa non si consumano soltanto drammi di guerra e di fame, si osano strade nuove, si dà vita a laboratori di speranza e politiche di pace e di sviluppo. Mosaico di pace dà voce a questi percorsi.
Ogni mese andiamo a scovare luoghi, donne e uomini che si oppongono "ai segni del potere con il potere dei segni" (d. Tonino Bello). Si tratta di provocazioni e di sfide che hanno bisogno di essere conosciute per divenire efficaci ed essere segni di speranza.
Ogni mese riflessioni e proposte per educare ed educarsi alla partecipazione, alla legalità, alla solidarietà, alla giustizia, alla sobrietà, al servizio, alla gratuità, alla condivisione, al conflitto, alla cura dell'ambiente, alla speranza... insomma alla PACE.


Il bimestrale Terrasanta. È una rivista di 68 pagine illustrate e a colori. Mediante contributi di esperti, si propone come strumento per una conoscenza approfondita della complessa realtà della Terra Santa. Tratta tematiche religiose, culturali, bibliche, archeologiche, ecumeniche. 


La rivista «Appunti di cultura e politica», promossa dalla Lega democratica nel 1978, è stata edita dal 1988 al 2001 dall'Associazione per la cultura politica di Brescia e, dall'inizio del 2002, è pubblicata a cura dell'Associazione «Città dell'uomo», fondata nel 1985 a Milano da Giuseppe Lazzati. 


«Questo segno vuole venire a voi per recarvi una Parola paterna e fraterna, attinta alle esperienze più semplici, ma imbevuta anche della Dottrina più alta...». Da cinquant'anni esatti Il Segno, mensile della Chiesa ambrosiana, si mantiene fedele alla "missione" affidatagli dal cardinale Giovanni Battista Montini, arcivescovo di Milano, attraverso le parole contenute nel testo di saluto che l'allora Arcivescovo di Milano scrisse per il primo numero, pubblicato nel gennaio del 1961. Fin dalla nascita questa rivista ha inteso essere strumento di informazione, analisi e interpretazione dell'attualità alla luce del messaggio cristiano. "Voce" della Diocesi,Il Segno ha raccontato e continua a raccontare la vita della Chiesa ambrosiana nella sua evoluzione pastorale. Ma è anche osservatore attento dell'attualità sociale, politica e culturale, che illustra in servizi specifici o in rubriche dedicate.


La Nuova Ecologia: voce storica dell'ambientalismo italiano, è il mensile di Legambiente, arriva in abbonamento agli associati, ma viene distribuito anche attraverso le librerie e può contare su numerosi e fedeli abbonati. La rivista è ricca di notizie, informazioni, inchieste e approfondimenti su cambiamenti climatici, ogm, inquinamento, agricoltura, parchi, salute 


Terre è un piccolo universo in cui abitano tanti mondi... 

Dal giornale di strada, fondato nel 1994, sono nati il settore Libri, il volontariato con una associazione onlus, il settore Eventi con la fiera del consumo critico Fa' la cosa giusta!

La redazione di Terre costituiscono "l'antenna"dell'agenzia onlineRedattore Socialeper Milano e la Lombardia. Terre è tra i fondatori diEarth - European Alliance for Responsible Tourism and Hospitality, e della rete italiana AITR - Associazione Italiana Turismo Responsabile. Nel 2012, Terre viene insignita dell'attestato di civica benemerenza del comune di Milano.

Terre di mezzo Editore pubblica 45 novità l'anno, tra guide, libri illustrati e narrativa. In particolare, le guide della collana "Percorsi" sono bestseller apprezzati nella comunità dei camminatori e degli appassionati di trekking, e la collana "Acchiappastorie" è si è consolidata come punto di riferimento importante nel settore della letteratura per l'infanzia. La distribuzione a livello nazionale è affidata a Messaggerie libri.


Munera

Una rivista di cultura: ecco ciò che Munera intende essere. Una rivista tra le tante: questo è inevitabile. Ma con l'ambizione di non essere una rivistacome tante.

Nel suo nome antico Munera porta l'essenziale del suo programma. Nel vocabolario della lingua latina, «munus» è un dono, un regalo, un'offerta, una grazia. Ma al contempo è anche un compito, un incarico, un impegno, un obbligo, un dovere. Il temine coniuga così, in modo sorprendente, ciò che attiene alla grazia con ciò che attiene al dovere. È un dono che contiene in sé un compito. Più precisamente, «munus» è un dono che obbliga ad uno scambio: qualcosa che si è ricevuto e che non si può tenere per sé, pena tradire il dono ricevuto. È il dovere di una messa in comune: è quel «cum-munus» che sta a fondamento di una «communitas». Come ha messo in luce Benveniste nel suo Vocabulaire des institutions indo-européennes, «munus» è un donoche «determina una 'comunità', un insieme di uomini uniti da un legame di reciprocità», rispetto al quale colui che non tenga fede all'obbligo di restituire il beneficio ricevuto è un «immunis»: un ingrato.

Occorre riconoscerlo: la classica immagine liberale di una socialità fatta di donne e uomini per principio liberi e autonomi, chiamati a condividere il più pacificamente e proficuamente possibile uno «spazio pubblico» (Habermas), non tiene nel dovuto conto che una delle condizioni di possibilità di questo «spazio» è che sia garantita anche una «duratapubblica» (Merleau-Ponty): ovvero la trasmissione di «munera» ricevuti da chi ci ha preceduti e che siamo chiamati a consegnare arricchiti a chi verrà in seguito, dopo averli messi in circolo e averne fecondato lo spazio pubblico del presente.

Essendo una rivista promossa da alcuni cristiani, Munera si sente chiamata ad avere uno sguardo profetico. Ovvero a guardare ai vari ambiti della cultura e della storia degli uomini (anche) servendosi dell'intelligenza che viene dalla fede. Sforzandosi cioè di riconoscervi i «segni dei tempi» (cfr. Mt 16,4 e Lc 12,54-56), i segni dell'irrompere del regno di Dio: i segni dei tempi messianici presenti fin da ora, in germe, nella storia degli uomini.


Munera: una rivista dell'Associazione L'Asina di Balaam, edita da Cittadella Editrice ed è riconosciuta quale rivista scientifica dall'ANVUR per l'Area Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche.


Jesus

Jesus, il mensile di inchieste e dibattiti sull'attualità religiosa, è sempre ricco e interessante!
Troverai tre sezioni: commenti e news; approfondimento dell'attualità; tutto quanto fa cultura. Ti potrai confrontare con inchieste giornalistiche, reportage fotografici esclusivi, nuove rubriche... Le parole di Jesus sono ancora più vere, libere, approfondite, per offrirti tante occasioni di riflessione, dibattito, confronto.


La Civiltà Cattolica è la più antica di tutte le riviste italiane ancora attive. E' stata fondata a Napoli da un gruppo di gesuiti italiani e il primo numero è stato stampato il 6 aprile 1850.

La rivista esce il primo e il terzo sabato del mese (24 quaderni l'anno per complessive 2.500 pagine in 4 volumi) e offre:

a) un editoriale che affronta problemi significativi per la vita dell'uomo e della donna, della società e della Chiesa;

b) articoli di formazione e riflessione teologica, filosofica, morale, sociale, politica e letteraria;

c) note e commenti, che, a partire da interventi sulla stampa o da libri, presentano una lettura cattolica per una coscienza meglio informata in grado di decidere più liberamente;

d) tre servizi di cronaca: vita ecclesiale, Italia ed estero;

e) la rubrica bibliografica con recensioni e segnalazioni, una scheda di presentazione di un film o di una rappresentazione teatrale.


Mondo e Missione, la rivista mensile del Pontificio Istituto Missioni Estere,una tra la più antiche testate missionarie d'Europa. Nata nel 1872 sotto la testata Le Missioni Cattoliche (nome mantenuto fino al 1969) è divenuta nel tempo una delle più autorevoli riviste missionarie italiane.

In ogni numero Mondo e Missione racconta la Chiesa e la società di Asia, Africa e America Latina attraverso le storie dei missionari. Nel 2012 - raccogliendo anche le esperienze delle riviste Missionari del Pime e Venga il tuo Regno - è divenuta anche lo strumento di collegamento tra il Pime ei suoi benefattori in Italia e viene diffusa in circa 50 mila copie. Complementare alla rivista il sito mondoemissione.it offre quotidianamente commenti e approfondimenti sull'attualità osservata con lo sguardo della missione e dell'incontro tra i popoli.

Dalla fondazione ad oggi alla guida di Mondo e Missione si sono alternati alla guida 20 direttori, tra i quali alcune figure di spicco del movimento missionario in Italia: padre Paolo Manna (1872-1952), recentemente beatificato da Giovanni Paolo II, fondatore delle Pontificie opere missionarie; padre Giovanni Battista Tragella (1885-1968), titolare della prima cattedra di missiologia in Italia; padre Piero Gheddo, che ha diretto la rivista per ben 35 anni, dal 1959 al 1994.

Attualmente direttore di Mondo e Missione e del sito internet mondoemissione.it è padre Giorgio Licini, direttore delCentro missionario Pime di Milano. La redazione è formata dai giornalisti Giorgio Bernardelli, Anna Pozzi e Chiara Zappa.

La rivista Il Regno, fondata dalla Congregazione dei sacerdoti del Sacro Cuore, noti come dehoniani (dal nome del fondatore, p. Leone Giovanni Dehon) è edita da Il Regno srl, emanazione dell'Associazione Dignitatis Humanae, nata nel 2016 con lo scopo di continuare a pubblicare la testata dopo la decisione del precedente editore, il Centro Editoriale Dehoniano, di chiuderla.
È un quindicinale di informazione e cultura d'ispirazione cristiana, con un'ampia diffusione nel mondo ecclesiale e fra il laicato cattolico più vivace.
Nasce nel 1956 come «rivista di pensiero e d'informazione». Oggi, quasi sessant'anni dopo, Il Regno è

  • il racconto del pontificato di Francesco;
  • la vita delle Chiese;
  • le analisi sulla vita sociale e politica in Italia e sul ruolo che in essa rivestono i cattolici e le istituzioni ecclesiali;
  • le domande pastorali che stanno al cuore delle Chiese in ogni continente;
  • l'attenzione per il ruolo mondiale delle altre religioni e delle altre culture, che si concentra in particolare su ebraismo e islam e sull'area del Medio Oriente;
  • le grandi questioni ecclesiologiche legate al post-concilio Vaticano II, con al primo posto l'ecumenismo.
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